BTP Valore. È sempre giusta  la corsa al rendimento?

 

Più volte in questi giorni ho pensato a quella che è stata la leva emotiva che ha spinto gli investitori ( mi riferisco agli investitori retail) a sottoscrivere 17 miliardi di Btp Valore.

La pubblicità antecedente all’asta recitava: “Dai valore a ciò che conta”.

Bene.

Questo presuppone che un numero non ben definito di investitori avesse chiaro il concetto sia di valore che di obiettivo.

Sarà vero?

Non me ne voglia il popolo dei BTPtiani, ma io credo che l’unico obiettivo perseguito sia stato il rendimento e, di conseguenza, la cedola.

Sia ben chiaro, non sono contraria ai titoli di Stato, perché comunque sono strumenti finanziari come altri e come tali possono essere utilizzati per costruire una strategia di investimento, ma è ingiustificata la corsa alla sottoscrizione di 17miliardi di titoli visti come la panacea di tutti i mali.

 

Il BTP Valore a Ottobre

 

Vediamo quali sono le caratteristiche del BtpValore emesso ad Ottobre:

– durata 5 anni

– un rendimento lordo del 4,1% per i primi 3 anni

– un rendimento lordo del 4,5% per il biennio successivo

– un premio fedeltà dello 0,5% dell’importo investito, alla scadenza del titolo

– cedola trimestrale

– tassazione agevolata (12,50%)

quindi il rendimento annualizzato netto del titolo portato a scadenza è del 3,82%.

 

Rallentare la corsa e riflettere…

 

Il prodotto si presenta con una struttura semplice e abbastanza comprensibile e questo potrebbe giustificare la forte adesione.

Ciò che non si giustifica è il comportamento alla base di questa scelta di investimento.

Mi chiedo: quanti di voi hanno compreso che si stava acquistando debito e di conseguenza l’assunzione di un rischio specifico?

Quanti hanno acquistato un “botto” così vivo di rendita?
La stessa campagna promozionale, in fondo parlava di “integrazione dello stipendio” avendo cedole trimestrali.

Quanti hanno valutato la concreta possibilità che sul mercato potessero essere prese in considerazione altre valide alternative, semmai anche con l’assunzione di un rischio minore?

 

Occhio all’effetto gregge

 

Alle mie domande non c’è una risposta valida.

Eppure è stato semplice collocare 17 miliardi quasi come vendere le caramelle ai bambini.

Non c’è nulla da fare, il rendimento ha battuto 5 a 0 tutte le obiezioni ragionevoli e sensate che si potevano fare.

Poco importa se l’acquisto non rientra in una valida pianificazione finanziaria e patrimoniale.

Non preoccuparti, che se ti succede qualcosa hai pur sempre una cedola…

Ma non voglio denigrare il popolo dei BTPtiani.
Vorrei solo porre l’attenzione sul comportamento virtuoso di chi consapevolmente definisce i propri obiettivi di vita;

di chi si autoregola per raggiungerli;

di chi ha motivazione a farlo;

di chi ha voglia di acquisire abilità e giuste competenze per farlo.

 

Dai valore a ciò che conta per te

 

Sarebbe bello abbandonare la falsa credenza che la strada percorsa dalla massa sia la migliore.
L’effetto gregge è un bias comportamentale che ci allontana dalla nostra storia personale.

Non mi stancherò mai di dire che non esiste il prodotto giusto o il prodotto sbagliato.

Ciò che è veramente importante è lavorare sul nostro vissuto, sul nostro quotidiano, sulle nostre potenzialità, sui nostri obiettivi.
Avere consapevolezza di ciò ci porta automaticamente alla scelta di ciò che è realmente utile per noi: dare valore a ciò che per noi conta!