È presto.
Chi mi conosce sa che l’alba deve essere mia e del mio cane.
La mattina presto, quando la città dorme, è facile immergersi in un mondo sereno a volte irreale e, comunque, in netto contrasto con tutto quello che avverrà nelle ore successive.
È naturale assaporare la bellezza che mi circonda, ma stamattina è diverso;
leggo a caratteri cubitali su un muro:
Voglio il mio futuro!
Frase che risuona come uno schiaffo violento, e che mi riporta alla realtà di questo brutto momento storico e non solo.
Mi richiama con prepotenza al mio dovere di cittadina “adulta”.
La frase è potente: i nostri ragazzi sono affamati di futuro.
Un futuro che non è solo assenza di guerra.
Per i giovani di tutto il mondo la pace non è una condizione immateriale.
Pace è lavoro, è una distribuzione equa di ricchezza e risorse, è lotta contro le diseguaglianze, è pari opportunità, è istruzione.
Per usare le parole di Papa Francesco:
”Istruzione ed educazione sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso”.
La pace non accade per caso, ma si costruisce partendo dall’educazione, dall’istruzione e valorizzando le differenze.
Il ruolo della scuola, della famiglia e delle istituzioni
La scuola ha una responsabilità speciale, è il luogo di incontro e di crescita delle persone, un laboratorio di relazioni, una palestra di vita.
L’educazione alla pace non è una nuova materia ma deve essere considerata come la base necessaria alla costruzione di tutto il processo formativo.
Preparare i giovani a vivere da cittadini liberi, consapevoli e responsabili è uno dei compiti più urgenti della scuola e della nostra società.
E’ nostro compito educare alla pace facendo crescere nelle nuove generazioni la capacità di immaginarla, desiderarla, comprenderla, difenderla e costruirla laddove ancora non c’è.
L’educazione alla pace comincia in famiglia, continua a scuola, prosegue nella società, nella città e nel mondo.
Importantissimo è il ruolo svolto da quanti operano nel settore dell’informazione e della comunicazione, perché possono formare cittadini critici e consapevoli.
Possono favorire la comprensione di fenomeni complessi, promuovere il dialogo e il confronto, trovare ciò che unisce, superare ciò che divide e “costruire ponti”.
Il Movimento Collegi del Mondo Unito
A questo proposito, meritevole è l’attività posta in essere dal Movimento Collegi del Mondo Unito.
L’organizzazione no profit offre la possibilità agli studenti delle scuole superiori di trascorrere il biennio finale in uno dei collegi nei quali fondamentale è la celebrazione della differenza, che viene considerata una ricchezza per tutte le parti in gioco e un’opportunità per allagare lo sguardo, la mente e l’apprendimento.
I Collegi del Mondo Unito accompagnano l’energia degli studenti perché questa possa trasformarsi in empatia, senso di responsabilità e impegno al fine di formare quest’ultimi come possibili agenti di cambiamento positivo nel mondo.
La scuola “diffusa” che stimola la consapevolezza di sè
Un luogo che aiuta i giovani a raggiungere la consapevolezza di sé, delle proprie capacità, di ciò che possono ricevere e dare al mondo.
Una scuola “diffusa” che li stimola alla curiosità, gli dona senso di appartenenza e sostegno reciproco, che li accompagna nello sviluppo del proprio potenziale intellettuale, morale, emotivo, sociale.
Ma questi collegi sono solo 18 sparsi nel mondo. Eppure l’educazione è una forza per unire persone, popoli, nazioni e culture per la costruzione della pace e un futuro sostenibile.
I nostri ragazzi vogliono futuro!
Sono Anita Taiani, consulente finanziaria e aiuto le persone a gestire serenamente ed efficacemente il proprio patrimonio finanziario attraverso il mio metodo “Finanza Zen”. Se sei interessato a una consulenza, contattami al numero +39 3332748377, anche su WhatsApp.