il tributo a cesare

Il tributo a Cesare è sempre un tema delicato. “Date a Cesare quel che è di Cesare”, ma se volete farvi dei nemici certi, cominciate a parlare di tasse, imposte, pressione fiscale e rendite finanziarie. Argomento complesso, che tratto spesso nel mio blog, e al quale non ci abitueremo mai.

Questo tributo è giusto o ingiusto? Non posso rispondere, ma posso dire con serenità che la gestione efficiente della fiscalità titoli porta notevole valore aggiunto al tuo portafoglio.

Conoscere la componente fiscale di uno strumento finanziario è molto importante per poter investire in modo consapevole ed evitare spiacevoli sorprese. Altrettanto importante è anche investire in linea con i propri bisogni e obiettivi, con il proprio orizzonte temporale e con la capacità di tollerare le perdite.

 

Le imposte

Vediamo insieme quali sono alcune delle imposte che l’investitore deve considerare:

  1. Imposta di bollo sui conti correnti
  2. Imposta di bollo sul deposito titoli
  3. Capital gain
  4. Tobin tax

 

Imposta di bollo sui conti correnti

L’imposta di bollo, che si applica sui conti correnti bancari e postali, ammonta a €34,20 l’anno per ogni conto corrente (intestato a persona fisica).
Questa imposta non è applicata qualora la giacenza media annua sia inferiore a € 5.000.

 

Imposta di bollo sul deposito titoli

L’imposta di bollo sul deposito titoli ammonta allo 0,20% annuo ed è a tutti gli effetti una patrimoniale.
Questa imposta colpisce tutti gli strumenti finanziari custoditi nel deposito titoli. Sono esclusi dal calcolo i fondi pensione e i fondi sanitari.

 

Il capital gain

Il capital gain è il guadagno che deriva dalla differenza positiva tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto di un prodotto finanziario.
L’aliquota finanziaria è pari al 26% ad esclusione dei Titoli di Stato italiani, Titoli di Stato di paesi White List, buoni fruttiferi postali della Cassa Depositi e Prestiti che sono invece tassati al 12,50%.

 

Tobin Tax

La Tobin Tax è la tassa sulle transazioni finanziarie che colpisce sia le azioni italiane sia i prodotti derivati con sottostanti prodotti (indici o azioni) italiani.
Per quanto riguarda le azioni, sono colpite solo le transazioni multiday, che interessano titoli emessi da società residenti sul territorio italiano e che abbiano una capitalizzazione di borsa superiore ai 500milioni di euro.

Durante l’analisi fiscale del portafoglio titoli è opportuno verificare la presenza e l’intestazione di eventuali minusvalenze fiscali, che rappresenta una perdita monetaria derivante dalla differenza negativa tra prezzo di vendita e di acquisto di un prodotto finanziario.

Qualora siano presenti minusvalenze, è opportuno cercare di recuperarle: infatti, le minusvalenze originano un credito fiscale che si può recuperare nello stesso anno in cui si è generato e nei quattro anni successivi.