Pianificazione successoria

L’Italia è un paese di scaramantici e parlare di pianificazione successoria diventa tabù, o comunque occorre farlo con “delicatezza”.

Forse è la paura della morte o quella di invecchiare a far si che in Italia nel 2018 solo il 12,26% della popolazione abbia deciso di fare testamento per regolare la propria successione. Come si evince dai dati raccolti dall’Ufficio centrale degli Archivi Notarili, la differenza con altri paesi è notevole. Si pensi ad esempio agli Stati Uniti che vantano percentuali al 50%, o l’80% del Regno Unito.

Eppure la pianificazione successoria è importante perché ha lo scopo di evitare la dispersione del patrimonio e la disgregazione dello stesso, offrendo la possibilità di decidere come ed a chi destinare i propri beni.
Permette, inoltre, di tutelare i propri cari, evita le liti familiari e ottimizza la fiscalità successoria contenendo gli oneri fiscali a carico degli eredi.

Albert Einstein diceva che: ”il mondo è un posto pericoloso a causa di coloro che guardano senza fare niente” e non fare testamento è una cosa da non fare!

 

L’importanza della protezione dei propri beni

In assenza di testamento i beni vengono ripartiti secondo quanto previsto dall’art. 565 del codice civile. Ereditano coniuge, discendenti (figli), ascendenti (padre, madre, nonni), collaterali (fratelli e sorelle), parenti fino al sesto grado e, infine in assenza di questi, allo Stato.

Pianificare il futuro scrivendo un testamento non ci vincola in alcun modo, poiché è un atto modificabile e revocabile in qualsiasi momento.
È un atto semplice strettamente personale che presuppone la maggiore età e la capacità di intendere e di volere.

Se vuoi proteggere i tuoi beni e i tuoi cari quando non potrai più farlo, avrai bisogno di una pianificazione successoria che si avvale di diversi strumenti, oltre al testamento, che tratteremo in alcuni dei prossimi articoli.